8 – La scena castiglionese: ultimi sussulti
AUDIOGUIDA:
Danilo Guidetti appartiene a quella che potremmo definire come la “seconda generazione” dei chiaristi mantovani. Castiglionese, Guidetti è autore di un’opera raffinatissima e di grande fascino. Se nell’acquerello dedicato alla Cupola del Santo la giustapposizione delle campiture giunge ad una sintesi leggiadra nella nostra retina, Verso Desenzano recupera una dimensione più inquietante e interlocutoria. Ritornano le ombre, che nel Chiarismo appaiono rare o comunque di debole intensità, e l’opera sembra inglobare lo spettatore in una situazione incerta e poco promettente: gli elementi naturali paiono essere “sul punto di scatenarsi”, e quel piccolo casino centrale si offre a noi come unica certezza alla quale aggrapparsi.
Cresciuto alla scuola di Marini e Mutti, Mario Porta è di qualche anno più giovane rispetto a Guidetti ma il rapporto tra i due sarà di tale intensità che è possibile definirlo come “fraterno”. Nato anch’egli a Castiglione, Porta costruisce la propria parabola artistica facendo proprie la tavolozza chiara e una trasparenza poetica, e il dipinto dedicato alla Torre gonzaghesca (luogo da sempre dedicato alle esposizioni di arte contemporanea) ne è una dichiarazione lampante. L’intensificazione della tavolozza verso tinte più consistenti giunge nel Paesaggio gardesano ad uno sviluppo che, senza negare il passato, mostra una ritrovata profondità dei volumi e ad un colore più intenso e maggiormente legato all’espressione più che all’intuizione.