CIVICA RACCOLTA D'ARTE | 4 – Volti: Gianpietro Moretti e Carlo Zanfrognini
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4 – Volti: Gianpietro Moretti e Carlo Zanfrognini

 

AUDIOGUIDA:

 

Lasciando il vestibolo principale, si varca l’elegante cornice delimitata da un bugnato prospettico e, salendo lo scalone principale in marmo bianco, si incontra Enigma, opera di Gianpietro Moretti. Se il materiale utilizzato risulta essere lo stesso delle opere di Brigoni, il gesso dell’artista bresciano proviene da un altro universo. Siamo qui in presenza di un lavoro certosino di un grande maestro dell’arte della pietra. Questo doppio ritratto gioca sul tema dell’imago di origine romana, dove il ritratto del defunto si mantiene in una vicinanza e contemporaneità con la vita quotidiana della famiglia. Questa lettura si interseca con quella, maggiormente pirandelliana, dell’uomo e delle sue maschere: mille ritratti che nascondono una vera identità che, forse, non esiste che nelle proprie interpretazioni della realtà.

Si accede poi al salone principale, il locale più prestigioso e affascinante del palazzo. La grande sala possiede dimensioni importanti per questa costruzione: 9 metri di lunghezza per 7 metri di larghezza ed uno sviluppo in altezza di circa 7 metri. Le pareti possiedono una decorazione elegante ad imitazione del broccato rosa con motivi fitomorfi elevandosi verso una squisita volta riccamente ornata. Il grande salone possiede sei sovrapporte che nobilitano le altrimenti misurate aperture che si dipanano su tre lati. Partendo dal primo pannello che si presenta al visitatore, e cioè quello che si incontra dinnanzi varcando la soglia della sala e seguendo uno sviluppo orario, possiamo vedere un paesaggio montano attraversato da una linea verticale formata da un gregge di pecore guidato da un pastore sulla via di casa. Il tema del secondo pannello sembra essere un matrimonio campestre: si può scorgere, infatti, un piccolo gruppo di giovani vestiti a festa varcare un portone gotico dopo aver, probabilmente, lasciato la piccola chiesa sullo sfondo. La tematica bucolica continua anche nel terzo riquadro assumendo qui, maggiormente, un echeggiare più mitologico, dove il tema delle bagnanti che grandissimo successo avrà nell’Ottocento e nel Novecento (pensiamo solamente alle prove di Degas, Renoir o Cézanne), sembra qui sfiorare il mito di Diana e Atteone. Il quarto riquadro abbandona terre e tempi mitici e lontani per ritrovare un territorio più immediatamente reale. Un’altra piccola scena di vita di campagna, dove alla calma gioiosa della vendemmia a sinistra fa da contraltare la battuta di caccia sulla destra. La scena sembra svolgersi in un luogo non ben identificato ma indubbiamente nelle vicinanze. Gli storici che si sono interrogati sull’immagine si sono soffermati, in particolar modo, sull’imponente Monte Baldo decorato da un’elegante cima innevata. Il quinto pannello vede una scena invernale, con la chiesetta di San Rocco perfettamente centrata e arricchita da una spolverata di neve, mentre, in primissimo piano, un cocchiere lancia il proprio carro a grande velocità. L’ultima scena si concentra sulla vita quotidiana di una corte di campagna. La quiete chiude perfettamente questo ciclo di pitture che delineano tanto il raffinato gusto estetico della famiglia Ceni quanto il fascino locale del paese e delle immediate vicinanze. In questa ricchissima sala è possibile ammirare l’elegante opera di Carlo Zanfrognini Il ventaglio, lavoro della piena maturità del pittore mantovano dove vaghi sentori del Chiarismo e delle avanguardie si stemperano in uno stile pienamente personale e sicuro.